Cara Comunità di Squillace,
troppi giorni sono passati dall’ultima volta in cui i miei occhi hanno potuto abbracciare tutti voi.
E’ doloroso e sconcertante il periodo che stiamo attraversando. Viviamo nella paura, nell’angoscia di quello che potrà essere, che potrà accadere. Ogni giorno accendendo i nostri televisori non sentiamo parlare che di EMERGENZA.
Contagi in aumento, posti letto che non bastano più, gente che muore in un letto di ospedale da sola, medici e infermieri che non riescono a mantenere il ritmo, che rischiano, ma che continuano a lottare fino all’ultimo per salvare più vite umane possibili. Così appare oggi la nostra Italia, un’Italia apparentemente deserta e silenziosa, ma che nel profondo urla grida di SPERANZA, si, quella speranza che nonostante tutto, non ci abbandona, ma ci aiuta a credere che in un giorno non molto lontano TUTTO ANDRA’ BENE, che TORNEREMO A VOLARE.
Per questo Ho deciso di scrivervi proprio oggi, nel giorno di San Giuseppe.
Giuseppe, un uomo giusto, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, Patrono della Santa Chiesa Cattolica, nonché padre terreno di tutti noi. Quel Padre al quale, in questi giorni, io assieme alle Suore Carmelitane, abbiamo affidato le nostre preghiere. Nove giorni durante i quali abbiamo chiesto a Dio di dare la forza necessaria a tutte quelle persone che, costantemente rischiano la loro vita per tutti noi, trovandosi a lavorare in un ambiente che non garantisce loro la giusta protezione, ma che continuano nonostante tutto, imperterriti, sono quelli che ad oggi riconosciamo con il titolo di EROI, i nostri eroi.
Abbiamo pregato anche per tutti quelli che in questo momento necessitano delle nostre preghiere, per chi nel proprio piccolo affronta battaglie quotidiane, per chi non c’è più, per chi una speranza non ce l’ha.
Credetemi cari fratelli, è dura, anche per me.
Svegliarmi ogni mattina e trovare una Chiesa vuota, una Chiesa che ha sempre accolto tutti voi e che ad oggi fisicamente vi chiude le porte, è dura.
Svegliarmi ogni mattina e non poter stare vicino a chi ne ha più bisogno, fare il solito giro degli ammalati dando loro affetto e vicinanza, oppure ritrovarmi a benedire una salma da lontano, con indosso una mascherina. Sono scene surreali, scene che fino ad oggi abbiamo visto solo nei film. Eppure è realtà. E’ la realtà del COVID-19.
Ci ha messo in ginocchio è vero, ma non ci spezzerà, non avrà la meglio cari Fratelli, perché la nostra fede è più forte, lo voglio gridare: LA NOSTRA FEDE E’ PIU’ FORTE DEL VIRUS.
Non sentiamoci impotenti se non possiamo dare concretamente una mano, perché non è cosi.
Non abbiamo il farmaco giusto per sconfiggerlo, ma abbiamo nelle nostre mani un’arma ancora più potente, il Rosario.
Proprio come sottolinea Papa Francesco: “Nei misteri del Rosario con Maria, contempliamo la vita di Gesù che irradia la Misericordia del Padre stesso”. Ciò che fa Maria è portare al mondo Gesù.
Il Rosario “è una sintesi della Divina misericordia”, “la preghiera che accompagna la vita di tutti, è la preghiera dei semplici e dei santi, la preghiera attraverso la quale, La Madre di Dio, protegge i cristiani nel combattimento contro le forze del male.
Per questo cara Comunità di Squillace preghiamo tutti insieme in modo da non sentirci più soli, da sentire meno quel “vuoto” che da giorni ci accompagna. Continuiamo A STARE NELLE NOSTRE CASE, come giustamente ci viene raccomandato da più giorni ed è giusto seguire le regole, anzi è fondamentale per arginare i rischi, ma PREGHIAMO oggi, lontani con i corpi e vicini con i cuori, per poter tornare domani a riabbracciarci, a poter gioire nuovamente insieme, a cantare il nostro Grazie a Gesù Nostro Signore.
Ci troviamo a vivere un momento particolare, non solo per noi ma per l’umanità intera, ecco perché ho scelto proprio questo giorno per scrivervi. Oggi che è la festa di San Giuseppe, Santo e Protettore della Santa Chiesa, Padre di Gesù, custode di Gesù, e proprio perché CUSTODE, Giuseppe si prese cura di Gesù e oggi noi ci affidiamo a lui perché si prenda cura di tutti noi e ci custodisca. San Giuseppe CUSTODE, custodisca e si prenda cura dell’umanità intera, in questo particolare momento.
Quando Gesù si smarrì nel tempio di Gerusalemme, in Luca 2,41-50 leggiamo: “Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori…al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “…Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» . Mi soffermo sulla parola “angosciati” perché anche oggi, Giuseppe e Maria sono angosciati per tutti noi, per il male che stiamo vivendo ma siamo sicuri che, così come si sono presi cura di Gesù e lo hanno custodito, faranno la stessa cosa con noi. Affidiamoci a San Giuseppe in questo giorno a lui dedicato e a Maria Santissima e siamo forti nelle fede, oggi più di prima e non perdiamo mai la speranza.
Con amore e affetto, vi abbraccio tutti con il cuore e con il pensiero.
Il vostro parroco Don Enzo